giovedì 18 luglio 2013

La buona educazione

Oggi (a partire dalle 9.00 ) sarà gratis, per un giorno. E' un libricino che contiene alcune delle cose che ho scritto in questi ultimi tre anni, quelle che più sono entrate nella carne mia, e in quella di chi le ha lette, bagnando, pulsando.

giovedì 4 luglio 2013

Ti scelgo le mutandine

La foto che hai messo sul tuo profilo mi piace molto. Hai l'espressione di una femmina curiosa, animata dal desiderio di scoprire. O almeno questa è la sensazione che la foto mi trasmette. E hai delle labbra belle, mi pare. Labbra che sembrano calde, delicate. Labbra che mi fanno subito pensare a quelle altre, fra le tue gambe. Come avessi una fica anche sul viso.

Vorrei tenessi le braccia alte, sopra la testa, mentre sei in terra davanti a me. Bendata, indifesa come hai detto.
Nuda.
Voglio dirti di aprire le gambe, dirti questo, esattamente: Pauline, allarga le cosce, hai bisogno di allargarle, hai bisogno di aprirti. Apriti. Voglio passeggiarti intorno, a piedi nudi. Voglio che senti il rumore della pianta dei mie piedi che si appoggia sul pavimento, e che sia l'unico rumore che senti, per un poco, oltre quello del tuo cuore che pulsa, rifornendo di sangue il tuo sesso già vorace.
Voglio guardarti, studiarti un poco, vedere se riesci davvero a tenere ferme quelle braccia sopra la testa, se riesco davvero a renderti indifesa - se ti affidi a me, completamente.

Voglio dirti che farò l'amore con te, che ti coprirò come fa un cane con la sua cagnolina. Che lo farò esattamente in quel modo, e che ti infilerò tutto il mio bisogno fin dentro, fino al nodo, fino a incastrarmi dentro di te.
Che lo farò presto, quando finalmente diverrò un cane, dal desiderio, per te.

Però voglio toccarti coi miei piedi, prima. Accarezzarti il viso con il piede, la schiena, ogni altra cosa. Senza neppure piegarmi. Farti sentire tutto quello che posso, anche semplicemente con un mio piede: perchè anche al mio semplice piede, ormai concedi tutta te stessa.
E col pollice del mio piede, voglio chiederti l'orgasmo, il primo. Come il segno, la firma della tua resa.
Che tu possa impiegare un attimo, o tanto - io lo prenderò da te, quell'orgasmo. Con la punta del mio piede.

E poi voglio rovistare nel cassetto delle tue mutandine, e sceglierne alcune, le più belle per me, da provarti: quelle che vorrei essere io, a toglierti.
Provartele addosso una per volta, scostandole e modellandole, come dovessi disegnartele io, addosso. Trovare, finalmente, quella che indossi meglio, quella che scivola meglio, come io desidero, fra le tue natiche, infilata al centro, come fosse un filo. Una piccola striscia di tessuto che solca il canyon della tua intimità, perdendosi fra i tuoi glutei, infilandosi profondamente fra le tue piccole labbra, riemergendo poco sopra, sul tuo pube dai piccoli peli.

E lasciartela così, non togliertela più.
Perchè, voglio dirti: questa volta, Pauline, quando ti coprirò, come fa un cane con la sua cagnetta, mi basterà scostarla appena, quella mutandina. Spostarla appena oltre le tue labbra, il tanto che basta.
La sentirai come una parte di te, ormai, un velo che sollevo dalla tua carne, per denudarti l'anima.

Guardando una foto insieme

Sto chiedendomi com'è la tua pelle, se delicata e candida, o più scura, più tenace.
So sfiorare, piano, o palpare, premere più forte.

I segni restano, in ogni caso. Se la tua pelle mi accoglie, se la tua pelle si offre, se la tua pelle è il ricettacolo, a cui occorre imprimere la forma, la mia.

Adoro, come in quella foto lui le tiene i seni.
Forse neppure l'hanno ancora fatto, l'amore; eppure è già tutto lì, nella presa che li avvolge, nel braccio di lei che si solleva, verso il capo di lui - per permettergli di arrivare ovunque è necessario, con le dita, e toccarla, palparla, circondarla tutta.
E' l'uomo, che circuisce la femmina, sopraffacendola col suo desiderio - e poi con ogni parte del suo corpo, avvolgendola, coprendola. Lei, che lo riceverà dentro sè, in verità diventerà nient'altro che l'interno di lui, qualcosa che lui ha portato dentro sè: custodita, ingerita, vinta.

Il desiderio è tutto, ora, di saggiare, con dita labbra e lingua, la tua consistenza.