giovedì 4 luglio 2013

Ti scelgo le mutandine

La foto che hai messo sul tuo profilo mi piace molto. Hai l'espressione di una femmina curiosa, animata dal desiderio di scoprire. O almeno questa è la sensazione che la foto mi trasmette. E hai delle labbra belle, mi pare. Labbra che sembrano calde, delicate. Labbra che mi fanno subito pensare a quelle altre, fra le tue gambe. Come avessi una fica anche sul viso.

Vorrei tenessi le braccia alte, sopra la testa, mentre sei in terra davanti a me. Bendata, indifesa come hai detto.
Nuda.
Voglio dirti di aprire le gambe, dirti questo, esattamente: Pauline, allarga le cosce, hai bisogno di allargarle, hai bisogno di aprirti. Apriti. Voglio passeggiarti intorno, a piedi nudi. Voglio che senti il rumore della pianta dei mie piedi che si appoggia sul pavimento, e che sia l'unico rumore che senti, per un poco, oltre quello del tuo cuore che pulsa, rifornendo di sangue il tuo sesso già vorace.
Voglio guardarti, studiarti un poco, vedere se riesci davvero a tenere ferme quelle braccia sopra la testa, se riesco davvero a renderti indifesa - se ti affidi a me, completamente.

Voglio dirti che farò l'amore con te, che ti coprirò come fa un cane con la sua cagnolina. Che lo farò esattamente in quel modo, e che ti infilerò tutto il mio bisogno fin dentro, fino al nodo, fino a incastrarmi dentro di te.
Che lo farò presto, quando finalmente diverrò un cane, dal desiderio, per te.

Però voglio toccarti coi miei piedi, prima. Accarezzarti il viso con il piede, la schiena, ogni altra cosa. Senza neppure piegarmi. Farti sentire tutto quello che posso, anche semplicemente con un mio piede: perchè anche al mio semplice piede, ormai concedi tutta te stessa.
E col pollice del mio piede, voglio chiederti l'orgasmo, il primo. Come il segno, la firma della tua resa.
Che tu possa impiegare un attimo, o tanto - io lo prenderò da te, quell'orgasmo. Con la punta del mio piede.

E poi voglio rovistare nel cassetto delle tue mutandine, e sceglierne alcune, le più belle per me, da provarti: quelle che vorrei essere io, a toglierti.
Provartele addosso una per volta, scostandole e modellandole, come dovessi disegnartele io, addosso. Trovare, finalmente, quella che indossi meglio, quella che scivola meglio, come io desidero, fra le tue natiche, infilata al centro, come fosse un filo. Una piccola striscia di tessuto che solca il canyon della tua intimità, perdendosi fra i tuoi glutei, infilandosi profondamente fra le tue piccole labbra, riemergendo poco sopra, sul tuo pube dai piccoli peli.

E lasciartela così, non togliertela più.
Perchè, voglio dirti: questa volta, Pauline, quando ti coprirò, come fa un cane con la sua cagnetta, mi basterà scostarla appena, quella mutandina. Spostarla appena oltre le tue labbra, il tanto che basta.
La sentirai come una parte di te, ormai, un velo che sollevo dalla tua carne, per denudarti l'anima.

6 commenti:

  1. Felice di ritrovare i tuoi scritti.

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  2. Grazie, ma si tratta di una operazione estemporanea. Attendo di trovare la persona, o le persone, per le quali riprendere a scrivere.

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  3. Risposte
    1. capisco......allora ti auguro di trovarla presto così che io possa godere ancora delle tue parole.

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    2. E' un augurio molto bello. Spero che le mie parole, presto, ri-prendano Vita.

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