mercoledì 17 aprile 2013

Lascia che t'occupi, t'invada.

Prima di cena, prima di qualunque tua attesa.

Spinta sul tavolo, ancora vuoto, come fossi tu il mio pasto.

Il tuo culo denudato in un istante, oscenamente esposto, tutto di te, senza ritegno, svelato: le parole corrono in gara con le dita, a spiegarti come intendo frugarti, fuori e dentro.

Come una cosa, ti dico. Come un oggetto intendo ispezionarti, accarezzarti, penetrarti.
Resta immobile, ti ordino. Non gemere, non disturbare.
Fai la brava, come uno scrigno ti voglio aprire.

Accarezzare il tuo caldo ventre, lubrificarmi le mani nell’olio profumato che produci, scorrendoti dentro.

Niente più di te importa. Fammi spazio, mettiti da parte. Lascia che ti occupi, t’invada: servimi.

5 commenti:

  1. Ma lo sai che questo tinello mi piace.
    FG

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  2. Il tinello è un luogo intimo. Grazie per l'apprezzamento.

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    1. Si molto intimo.
      Bellissimo. piu leggo e più mi piace.
      FG

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  3. Raro trovare così tanta bellezza.
    Grazie.

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  4. La bellezza: non si contempla, s'incide, in scrittura, si consuma. S'invade, come ferita sanguigna, si brucia.

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