mercoledì 17 aprile 2013

Per annullarti, nella gola.

Voglio scoprire la tenerezza con cui ti prendi cura del mio sesso, offrendogli la delicatezza della tua lingua, accogliendolo fra le morbide pieghe delle tue labbra, seguendone con pazienza e attenzione curve e rilievi, gustandolo con tutta la dolcezza della femminilità che ho evocato, col mio sesso, in te.

Voglio che lo coltivi, come una pianta, irrigandolo e curandolo, nel tuo terreno umido, fecondo.

Eppure, sento già crescere dentro l’istinto di usare la tua bocca, come fosse uno qualunque dei tuoi buchi, dimenticandomi del viso e della mente, che vi sta intorno, o forse proprio per questo, per fotterlo quel viso, per fotterti quella mente, di nuovo.

Per svuotarti anche da lì, ancora.

E non avere alcuna remora, o alcuna pietà, nell’impalarti la gola, con forza, nel forzarti anche l’ultima difesa, nel ridurti al silenzio, con i colpi del mio cazzo che tacitano voce e pensieri, finchè nelle mie mani la tua testa non sia altro che uno strumento da usare, per far sfogare il mio cazzo e la mia anima inquieta.

E gli schizzi del mio seme, voglio che ti arrivino, stavolta, dritti nell’esofago, giù in fondo alla gola.

Impotente e quasi soffocata dal mio cazzo, le vibrazioni, gli spasmi del mio orgasmo ti risuoneranno, dal palato, fin nel cervello, come fosse la tua stessa bocca tutt’uno col mio sesso, a pulsare, venendo; e il latte prezioso che ho prodotto per te, scivolerà direttamente nel tuo stomaco, senza che tu possa avere alcuna volontà, compiere alcun gesto, neppure, semplicemente, deglutirmi.

Perchè la tua volontà sia completamente annullata, fino in fondo.

2 commenti:

  1. Nell'estasi che precede ogni gesto teso alla preparazione. A sfogare la fame, inesauribile -

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  2. Si tratta di nutrire, quella fame. Alimentarla: direttamente nel fondo della gola, aggirando i sensi, scavalcando ogni pensiero. Suturare materia e desiderio, l'una all'altra.

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