venerdì 3 maggio 2013

Davanti alla finestra aperta.

Una sola notte e un solo giorno, altrove, lì.

Un borgo semivuoto, quella stanza al primo piano, quella finestra sulla stradina fra il bosco e le case.

Nuda, bendata, per tutto questo tempo. La tenda chiusa, il possesso di te, al buio, per terra, contro il muro, alla luce, nel bagno, dopo averti accompagnata a pisciare, dopo averti lavato i buchi per poterli leccare, usare ancora freschi, di nuovo.

E su quella poltrona, pure.
Prima di spostarla, di aprire la tenda, di sistemarti lì, bendata, nuda, le cosce aperte contro la luce del tramonto, le tue mani, poggiate lì, dove la tua pelle si fa rossa, sensibile, ferita.

Tornerò fra un’ora, ti ho detto. Passerò qui davanti ogni tanto, per controllare che tu stia godendo.

2 commenti:

  1. Meravigliosa.
    Sei la parte maschile del miei testi.
    Ti adoro.
    Riesci ogni volta ad emozionarmi.

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  2. Effettivamente avverto questa risonanza, questa vicinanza che tende alla complementarietà, fra i nostri testi.
    Grazie per l'apprezzamento, per la lettura attenta.

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